Vitamina D
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Vitamina D

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La vitamina D è una vitamina liposolubile endogena, ossia sintetizzata direttamente dal nostro organismo, per effetto dei raggi UV.

Non si tratta di un’unica vitamina ma di un gruppo di 5 vitamine molto simili fra loro per attività biologica, le cui forme più importanti per noi sono la D2 e la D3.

Come già accennato, la principale fonte di sintesi della vitamina D è l’esposizione ai raggi solari, effettuata in modo corretto. Infatti, per assicurarsene tutti i benefici non c’è bisogno di strafare rischiando pericolose scottature ma basterebbe trascorrere circa 30 minuti al giorno all’aria aperta, utilizzando sempre apposite creme protettive con filtri solari.


Il moderno stile di vita, tuttavia, porta a trascorrere sempre meno tempo all’aperto con possibili deficit di vitamina D

Fortunatamente la vitamina D può essere anche assunta con la dieta, sebbene non sia presente in grandi quantità nei cibi. Gli alimenti che ne sono più ricchi sono il pesce, in particolare il salmone, il tonno, lo sgombro e le sardine, i latticini e il tuorlo d’uovo.

In caso di carenza di vitamina D si può ricorrere all’uso di appositi integratori (in commercio si possono trovare in forma di capsule, perle o gocce) o di alimenti fortificati, come i cereali per la prima colazione. 

In entrambi i casi, al loro interno può essere presente la vitamina D2, di origine vegetale e perciò adatta anche per i vegani, e la D3, di derivazione animale.


La vitamina D è fondamentale per:

Il rinforzo delle ossa;

Favorire l'assorbimento del calcio a livello intestinale;

Mantenere nella norma i livelli i di calcio e fosforo nel sangue;

Sostenere il riassorbimento di calcio e fosforo a livello renale;

Favorire la crescita ossea dei bambini.


Un recente studio internazionale, frutto della collaborazione di quasi 20 centri di ricerca europei, americani e asiatici e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute ha dimostrato che avere nel sangue un alto livello di vitamina D protegge dal tumore del colon-retto, quasi come una sorta di “scudo”.

I ricercatori hanno osservato 5.700 casi di tumore del colon-retto e 7.100 casi di controllo, appartenenti a coorti differenti.  Si è evidenziato che i soggetti con concentrazioni più basse di vitamina D rispetto a quelle ritenute adeguate (tra 50 e 62 nmol/L) hanno presentato un rischio maggiore del 31% di sviluppare questa forma di cancro in un arco di tempo di circa 5,5 anni. Mentre quelli che presentavano livelli ematici di vitamina D superiori a quelli consigliati (75-100 nmol/L) avevano un rischio inferiore del 27% di contrarre un tumore del tratto colorettale.  Tale protezione è risultata ancora più evidente nelle donne.


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