La Celiachia: quasi 200000 italiani colpiti
27 FEB

La Celiachia: quasi 200000 italiani colpiti

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La celiachia è una malattia di origine genetica e di natura infiammatoria caratterizzata, principalmente, dalla distruzione della parte superficiale della mucosa dell’intestino tenue. È causata da una reazione immunitaria al glutine, termine utilizzato genericamente per indicare alcune proteine specifiche del grano, dell’orzo e della segale.

La CELIACHIA è una condizione genetica di intolleranza verso la gliadina, che è una proteina componente del glutine, un complesso alimentare proteico contenuto in molti cereali ( grano, frumento, farro, orzo, avena e altri).

Il meccanismo patologico interessa prima di tutto la mucosa intestinale: questa, una volta esposta al glutine (e quindi alla gliadina) attiva un processo AUTOIMMUNE, cioè una risposta con arrivo di ANTICORPI che riconoscono come estranea la mucosa dell’intestino tenue e la danneggiano causando un appiattimento dei villi (piccole sporgenze lungo intestino tenue che assorbono le sostanze nutritive). La superficie risulta così ridotta e non permette il buon assorbimento dei nutrienti. Tuttavia, quando il soggetto smette di mangiare i cibi contenenti glutine, la normale funzione viene ripristinata. 

I sintomi solitamente comprendono diarrea e disturbi addominali, ma in alcuni casi sono molto lievi. La celiachia, infatti, può anche non dare grandi segni della sua presenza ed essere latente e ci sono persone affette da celiachia, ma che presentano solo un lieve calo di peso e anemia, oppure una  malattia della pelle (la DERMATITE ERPETIFORME di Duhring-Brocq, detta anche CELIACHIA DELLA PELLE).

I soggetti con celiachia devono escludere completamente il glutine dalla loro dieta, poiché la sua assunzione, anche in piccole quantità, può provocare danneggiamento della mucosa intestinale e la comparsa di sintomi. Una volta evitato il glutine, la superficie e la funzione di assorbimento dell’intestino tenue ritornano normali e scompaiono i sintomi.

Il  glutine è ampiamente utilizzato nei prodotti alimentari e alla luce di tutto ciò si comprende come la dieta senza glutine debba essere gestita sulla base di un attento controllo, ovvero:


1) Utilizzo di alimenti senza glutine. L’AIC ( Associazione Italiana Celiachia) ha stilato una lista di alimenti che contengono glutine. (Per la lista completa di alimenti utilizzabili, a rischio o assolutamente vietati, si può cliccare qui )

2) Utilizzo di alimenti non contaminati dal glutine. Infatti  sono molti i cibi miscelati con ingredienti come amido, proteine e crusca.

3) Utilizzo di materie prime senza aggiunte di glutine tra gli ingredienti o tra gli additivi alimentari. 

4) Consumo di cibi non contaminati dal glutine durante la loro  preparazione negli stabilimenti alimentari oppure nei laboratori di cucina professionale ( pasticcerie,  panetterie, ristoranti), ma anche tra le mura domestiche.

La  Diagnosi si effettua attraverso:

Marker sierologici.  Dosaggio ematico di transglutaminasi anti-tissutale ( tTGA), di anticorpi anti-endomisio (EMA), e degli anticorpi antigliadina (AGA), questi ultimi rivolti verso componenti del glutine e meno importanti dal punto di vista clinico per l'alto tasso di falsi positivi).

Biopsia duodenale. Si tratta di un esame invasivo, eseguito sui soggetti positivi ai precedenti test per ottenere la conferma diagnostica di malattia celiaca. Evidenzia i villi atrofici.

Bisogna sospettare la diagnosi in caso di positività per gli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio e confermare la diagnosi con la biopsia della mucosa dell’ intestino tenue. Se entrambi sono negativi, la malattia celiaca è estremamente improbabile.

Sono in uso anche test che evidenziano una PREDISPOSIZIONE GENETICA ALLA CELIACHIA.

L’Associazione italiana di celiachia sostiene che bisognerebbe fare uno screening a tutti i cittadini per escludere quelli che non sono predisposti geneticamente. Ciò è spesso consigliato in caso di parentela. Da ricordare però che se uno è geneticamente predisposto poi non è detto che diventi celiaco. Infatti, circa il 30% della popolazione presenta i geni predisponenti, ma solo il 3% si ammala di celiachia.

Spesso si verificano e vanno ricercate altre anomalie di laboratorio. Queste comprendono anemia (anemia sideropenica nei bambini e anemia da deficit di folati negli adulti),  bassi livelli di albumina, Ca, K e Na, aumento della fosfatasi alcalina e del tempo di protrombina.

In definitiva la cura si basa solo sull’assunzione di alimenti senza glutine ed anche non contaminati da glutine, perché, come si  è  già detto, la contaminazione di prodotti privi di glutine potrebbe derivare da un ciclo produttivo in stabilimenti che lavorano anche derivati del frumento o farine dannose.

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Tags: celiachia

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