Sindrome metabolica
15 NOV

Sindrome metabolica

  • Pubblicato da r2admin
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La sindrome metabolica (nota anche con i nomi di sindrome X, sindrome dell’obesità, sindrome da insulino-resistenza, sindrome di Reaven o sindrome dismetabolica) non è una singola malattia ma un complesso quadro clinico, determinato dalla presenza simultanea di alcuni fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari, cerebrali e diabete di tipo 2.

Infatti, chi rientra nei parametri della sindrome metabolica ha un rischio due volte maggiore di sviluppare malattie cardiache e cinque volte maggiore di sviluppare il diabete.

Ma quali sono tali parametri e fattori di rischio?

Perché si possa parlare di sindrome metabolica si deve essere in presenza di obesità addominale (ossia che la circonferenza addominale sia maggiore di 102 cm nell’uomo e di 88 cm nella donna) in concomitanza con almeno altre due delle seguenti condizioni:

  • glicemia alta, con valori a digiuno superiori a 100 mg/dl;
  • elevati valori di trigliceridi, superiori a 150 mg/dl;
  • bassi livelli di HSL (il cosiddetto colesterolo buono), ossia sono da considerarsi a rischio valori inferiori ai 40 mg/dl nell’uomo e meno di 50 mg/dl nella donna.
  • ipertensione, in particolare se la massima è superiore a 130 e la minima superiore a 85;

Pertanto, in presenza di obesità addominale è fondamentale tenere sotto controllo i valori della pressione, della glicemia, del colesterolo e dei trigliceridi.

Attualmente si stima che in Italia la sindrome metabolica interessi circa il 25-30% della popolazione e, anche se può colpire chiunque e a qualunque età, il rischio di svilupparla aumenta con il passare degli anni e, sull’insorgenza della sindrome, hanno un ruolo importante anche la predisposizione genetica e lo scarso esercizio fisico.

In linea generale, chi soffre di sindrome metabolica non presenta sintomi specifici quindi l’attenzione va posta specialmente al controllo dei fattori di rischio e, qualora si riscontri la presenza di tre o quattro fattori e si giunga ad una diagnosi, bisogna agire tempestivamente per ridurre i rischi per la salute modificando la propria alimentazione per ridurre il sovrappeso e aumentando l’attività fisica praticata. È anche raccomandata l’interruzione del fumo.

La diminuzione del peso corporeo e l’esercizio fisico aiutano a:

  • ridurre la pressione arteriosa
  • diminuire i livelli di trigliceridi e colesterolo LDL
  • aumentare i livelli di colesterolo HDL
  • aumentare la sensibilità insulinica
  • diminuire il rischio cardiovascolare e di ictus.

Qualora lo specialista dovesse ritenerlo opportuno, potrebbe anche prescrivere l’assunzione di determinati farmaci per ridurre la pressione arteriosa e la glicemia.

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