Vengono definite Malattie neurodegenerative (MN) un insieme variegato di patologie che colpiscono i neuroni del cervello umano, causandone una cronica e selettiva degenerazione.
I neuroni sono cellule eccitabili che ricevono e trasmettono gli impulsi, elementi costitutivi del sistema nervoso centrale (composto da cervello e midollo spinale) e periferico (gagli e nervi che connettono l’informazione del sistema nervoso centrale al resto dell’organismo).
Di norma i neuroni non si riproducono, pertanto, quando muoiono o subiscono dei danni, tale perdita è permanente, non vengono sostituiti dall’organismo.
Dunque le MN sono patologie debilitanti e non curabili che, a seconda della specifica malattia, possono determinare deficit cognitivi, demenza, alterazioni motorie, disturbi comportamentali e psicologici.
Le più note malattie degenerative sono:
- l’Alzheimer (AD);
- il Parkinson (PD);
- il morbo di Huntington (HD);
- la sclerosi laterale amiotrofica (SLA);
- la paralisi sopranucleare progressiva;
- la demenza frontotemporale;
- la demenza da corpi di Lewy;
- la malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ);
- la malattia di Gerstmann-Sträussler-Scheinker (GSS);
- la malattia da prioni;
- le malattie dei motoneuroni (MND);
- l’atassia spinocerebellare (SCA);
- l’atrofia muscolare spinale (SMA).
L’elenco, però, non si esaurisce qui.
Sebbene l’incidenza maggiore delle malattie neurologiche degenerative si abbia negli individui in età geriatrica (mediamente dai 65 anni in poi), esistono molteplici fenomeni patologici colpiscono anche giovani ed adulti.
Per quanto concerne le cause d’insorgenza, al giorno d’oggi non sono ancora del tutto chiare. Si ritiene che a dare origine a tali patologie concorrano più fattori, fra cui spiccano quello genetico ed ereditario e quello ambientale.
Anche se possono manifestarsi in diverse modalità a seconda dell'area del cervello interessata dalla perdita neuronale e del tipo di neuroni che vengono colpiti, le malattie neurodegenerative hanno un esordio molto subdolo, asintomatico. I sintomi si manifestano solo in una fase successiva, quando il danno neuronale è piuttosto esteso.
Inoltre, non esistono “markers diagnostici” ricavabili attraverso metodi tradizionali (come, ad esempio, analisi del sangue o delle urine). La diagnosi definitiva può essere effettuata quando si manifestano i segni clinici che indicano la presenza della patologia.
Non esistono nemmeno terapie in grado di arrestare definitivamente la progressione delle malattie neurodegenerative, per cui i trattamenti sono puramente sintomatici.
È, perciò, importante puntare sulla prevenzione, seguendo uno stile di vita sano e mantenendo in forma il proprio cervello.
Ecco alcuni consigli per un cervello più sano e il più a lungo possibile:
- Seguire una sana e corretta alimentazione, comprensiva di molta frutta e verdura, pesce, olio d’oliva, cereali, scarso uso di grassi animali e carni rosse.
- Una regolare attività fisica, così da favorire una migliore ossigenazione del cervello.
- Non fumare, perché questo pessimo vizio, in relazione alla durata negli anni e alla quantità, è correlato con un declino cognitivo all’avanzare dell’età.
- Evitare l’abuso di alcolici, che sono un fattore di rischio per tutte le demenze, invece, l’assunzione in moderata quantità di vino rosso costituisce un fattore neuroprotettivo.
- Guidare piano ed indossare il casco, poiché i traumi cerebrali non solo producono danni cognitivi diretti ma predispongono all’insorgenza di declino cognitivo con il passare degli anni.
- Mantenere attivo il cervello, evitando la pigrizia e realizzando esercizi per tenerlo in forma.
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