Se si è in procinto di condurre una terapia con farmaci assunti per via orale, esiste la concreta possibilità che nell’apparato digerente avvengano interazioni, anche molto pericolose, con determinati alimenti, in grado di alterare assorbimento e metabolismo di certi farmaci con conseguenze anche gravi, soprattutto se si trascurano le indicazioni del foglietto illustrativo.
Il pompelmo
Il principale responsabile delle interazioni tra farmaci è il Citocromo P450, un enzima che agisce di base come detossificante. Tutti gli alimenti che interagiscono con questo enzima possono però aumentare o diminuire le dosi di farmaco in circolo, la cosiddetta biodisponibilità, causare effetti collaterali o anche vanificarne l’effetto.
L’alimento che più interagisce con il citocromo è il succo di pompelmo, che inibisce questo enzima, portando a un serio rischio di potenziamento degli effetti collaterali dei farmaci. Tale disturbo può protrarsi fino a 2-3 giorni successivi all’assunzione; il consiglio è ovviamente quello di non assumere farmaci nelle prime ore successive all’assunzione del succo.
L’alcol
Quando la quantità di alcol assunto va oltre la capacità del fegato di metabolizzarlo, l’alcol in eccesso attiva il sistema ossidativo enzimatico dei citocromi nel tentativo di potenziare l’organismo nel fronteggiare l’intossicazione da alcol e con la successiva espulsione diretta tramite le urine. Questo succede anche per alcuni farmaci e, poiché alcol e farmaci sono elaborati dallo stesso sistema di citocromi, capita spesso che si creino delle importanti interferenze con effetti negativi per la salute. L’alcol ha la capacità di aumentare o ritardare sia gli effetti diretti che quelli collaterali di alcuni farmaci che possono rimanere attivi in maniera prolungata nell’organismo, portando a una vera e propria overdose da farmaco, oppure possono essere metabolizzati troppo velocemente e non raggiungere i giusti livelli di concentrazione.
Verdure a foglia verde
Diverse verdure a foglia e alcune brassicacee, con un elevato contenuto di vitamina K, fondamentale per i processi di coagulazione del sangue, possono, per l’appunto, interferire con i medicinali assunti da quei soggetti sottoposti a terapia anticoagulante come il warfarin (Coumadin) riducendo notevolmente l’azione del farmaco e portando il paziente a correre il rischio di trombosi.
Antidepressivi
I formaggi stagionati, vino rosso, salumi, crostacei, banane mature possono interagire con alcuni vecchi inibitori della monoaminossidasi, presenti nei farmaci antidepressivi e portare anche a gravi crisi ipertensive. Oltretutto, una dieta molto ricca di proteine può incrementare l’assorbimento di propanololo, un antipertensivo molto utilizzato in farmaci di questo tipo.
La tiramina, dal canto suo, viene secreta durante l’assorbimento della tirosina e si ritrova nel vino rosso, nei formaggi, nei funghi, nel lievito, nel pesce poco fresco e in vari tipi di frutta. Anch’essa viene metabolizzata dalle monoamminossidasi (MAO), enzimi la cui funzione è quella di neutralizzare i neurotrasmettitori come adrenalina, dopamina, noradrenalina e serotonina. Alcuni farmaci, noti come MAO-inibitori, hanno proprietà antidepressive dipendenti dall'inibizione di queste monoamminossidasi: un elevato apporto alimentare di tiramina in soggetti trattati con farmaci anti-MAO può portare a sintomi anche abbastanza seri, come crisi ipertensive accompagnate da mal di testa, nausea, vomito, ipersudorazione, palpitazioni, irritabilità e aumento della temperatura corporea, fino anche ad alterazioni della coscienza.
Se vuoi approfondire l’argomento o anche semplicemente porre qualche domanda, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti.
Lascia un Commento